Quante volte, nella vita di tutti i giorni, sentiamo criticare il nostro operato o quello di terze persone? Che sia un collega, un funzionario o un politico, nessuno sfugge agli strali della critica.
Ma quando questa è legittima e quando invece integra un reato?
Per dare una risposta a questa domanda occorre, anzitutto, chiarire che il diritto di critica altro non è che una forma di manifestazione del pensiero, in quanto tale tutelata dall’art. 21 Cost., che sancisce il principio, accolto in tutti gli ordinamenti liberali, secondo cui “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”. Dunque, in quanto esercizio di un diritto, esso dovrebbe escludere ogni punibilità.
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