Un uomo ha adito il Tribunale di Roma affinchè condannasse la moglie alla restituzione di somme arbitrariamente prelevate dal conto cointestato ai coniugi in prossimità della separazione.
La donna ha chiesto il rigetto della domanda sostenendo sostanzialmente che si trattasse: a. di somme utilizzate per la gestione del ménage familiare; b. di somme di proprietà di entrambi i coniugi; c. di somme messe a disposizione per spirito di liberalità.
Indubbia è risultata la circostanza che la moglie avesse prelevato le somme oggetto della domanda di restituzione: tale fatto è stato confermato sia dai documenti prodotti dal marito (estratti conto) sia dalla stessa donna che, in sede di interrogatorio formale, ha confermato di aver attinto del denaro dal conto cointestato.
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