Purtroppo ci sono casi in cui, per i continui dissidi o per altri motivi che sgretolano la coppia, uno dei due coniugi cacci di casa l’altro coniuge. Ebbene, tale comportamento è da evitare poiché, oltre a dare il diritto al “coniuge cacciato” di rientrare in casa, si rischia di incappare nel reato più grave di violenza privata.
A dirlo è la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 40383/2012, che si è trovata a dirimere il caso di una donna che era impossibilitata a rientrare in possesso della casa coniugale dal marito. La donna, a causa dei continui dissidi con il partner, si era trasferita temporaneamente dalla madre. Successivamente, però, quando la donna aveva tentato di rientrare a casa, il marito glielo aveva negato in maniera “ostile”.
Leggi tutto l'articolo.
Segui Pronto Professionista su Facebook: |