In questi mesi si parla con crescente enfasi dei PIR – Piani Individuali di Risparmio – che sembra abbiano riscosso molto consenso ed apprezzamento tra gli intermediari finanziari e gli investitori. Introdotti in Italia con la Legge di Bilancio 2017, tali strumenti sono nati con l’obiettivo dichiarato di supportare l’economia reale attraverso un investimento di lungo periodo nelle piccole e medie imprese italiane, fornendo agevolazioni fiscali a seguito della loro sottoscrizione.
Si prefiggono veramente questo scopo? Quali sono i reali vantaggi per i risparmiatori e gli aspetti da considerare con attenzione prima di scegliere questi prodotti? In primo luogo chi decide di aprire un PIR può investire soltanto 30.000 euro l’anno per un massimo di 5 anni, con un importo complessivo non superiore a 150.000 euro per singolo Piano Individuale di Risparmio. Inoltre, bisogna rispettare i seguenti vincoli nella scelta degli strumenti finanziari che compongono un portafoglio PIR:
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