La Commissione Tributaria provinciale di Catania, nella sentenza indicata in oggetto[1], ha definito il redditometro uno strumento discriminatorio e lesivo della privacy dei cittadini, censurandolo tuttavia anche sotto altri profili.
A detta dei giudici siciliani, infatti, è discriminatorio in quanto non tiene conto delle indubitabili differenze che sussistono tra i contribuenti delle varie regioni d’Italia, sia in termini di potere di acquisto sia in termini di costo della vita, atteso che un conto è vivere in una grande metropoli del nord-Italia altro è vivere in un piccolo centro del meridione.
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