martedì 12 dicembre 2017

Il Giudice, la fotografia e Facebook

Il caso della reclusa Doina Matei, nell’occhio del ciclone per una foto postata su Facebook mentre sorride

La storia di Doina Matei ha avuto un altro momento difficile. Come molti ricordano, nell’aprile del 2001, questa signora rumena – all’epoca di anni 21 con due figli e un vissuto di abbandoni e prostituzione – uccise la 23enne Vanessa Russo, a Roma, al termine di una lite nella metropolitana, infilandole la punta di un ombrello in un occhio; fu condannata a 16 anni per omicidio preterintenzionale aggravato. Reclusa nel carcere di Venezia, aveva ottenuto la possibilità di lavorare all’esterno, come cameriera, rientrando la sera nella casa di reclusione, e ciò dopo aver scontato ben 9 anni di reclusione. Alla fine del mese di aprile 2016, un giornalista aveva rintracciato un profilo Facebook della Matei, nel quale erano postate delle foto in cui si era fatta ritrarre con lo sfondo di Venezia (e del Lido, in estate, in costume), mentre sorrideva.

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