La fotografia italiana è dominata da un dogma: il “diritto alla propria immagine”, come diritto personalissimo, assoluto, inattaccabile ed inaccessibile se non in casi particolari, compiutamente previsti e normati.
Dogma, il più delle volte, mal interpretato ed ampliato a dismisura, spesso per ignoranza delle norme fondamentali: così i fotografi (in Italia) sono terrorizzati dalla “privacy” (qualunque significato possa assumere questo termine anglofobo), dal consenso del soggetto ripreso, dalla necessità della liberatoria per poter esporre o pubblicare una fotografia.
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