Con la sentenza 16503/2017 dello scorso 5 luglio, la Suprema Corte di Cassazione, Sezione III civile, ha statuito che il paziente può essere risarcito per il danno da lesione del consenso informato anche se non dimostra che, ove fosse stato informato in maniera differente e quindi più completa e più corretta, non si sarebbe sottoposto al trattamento medico.
Di seguito la massima: "Deve ritenersi non corretta la tesi per la quale l’inadempimento dell’obbligo informativo da parte del medico si avrebbe solo in caso di allegazione e prova, da parte del paziente, di un suo probabile rifiuto all’intervento in caso di avvenuta adeguata informazione, dovendosi ricordare la natura contrattuale dell’obbligo gravante sul sanitario e quindi la sufficienza dell’allegazione dell’inadempimento da parte del paziente-creditore".
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