Spesso mi capita di parlare con adolescenti impauriti dalla rabbia che provano. Non sanno come gestirla e, se la lasciano esplodere sperimentano di non averne il controllo e hanno paura delle conseguenze.
Ognuno poi assume l’atteggiamento che ritiene più adeguato rispetto a questo timore: chi diventa spavaldo, chi intimidito, chi si chiude a riccio.
La prima cosa che chiedo di solito è quella di disegnarla, di dare forma e colore a ciò che provano. E’ un passaggio importante perché li porta verso il riconoscimento e l’ascolto.
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