Qualora si adotti la Quota 100, l’anticipo sarà limitato a circa 2-3 anni ed ancora è prematuro sapere se ciò comporterà un taglio dell’assegno mensile e soprattutto è difficile prevedere se il maggior impegno finanziario si possa tradurre in futuro in altre riforme più penalizzanti. Una storia infinita da Amato a Monti, in cui si sono susseguite riforme sempre più penalizzanti, allo scopo di rendere il sistema sostenibile e sicuro nel lungo periodo, a fronte di un costante aumento della capacità di invecchiamento e di una denatalità di proporzioni agghiaccianti. Il vero dibattito dovrebbe essere incentrato sull’incentivazione delle forme pensionistiche complementari per portare il sistema in equilibro. Se supportate e incentivate con adeguati benefici fiscali, potrebbero essere la risposta giusta all’esigenza di ridurre il rischio di prestazioni insufficienti.
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