martedì 29 agosto 2017

La legge di Moore, il test di Turing e il nostro futuro

Ben settecento tra professioni e attività lavorative, attualmente svolte da esseri umani, verranno eseguite nei prossimi anni da robot e computer

Prendo spunto da una mia recente relazione che ho presentato ad un seminario in Perù (in cui parlavo della evoluzione della professione contabile tra passato, presente e futuro) per presentare dei possibili scenari che un futuro prossimo potrebbe offrirci (ritengo doveroso sottolineare che gran parte delle informazioni che riporterò in seguito sono tratte dal libro di Federico Pistono “I robot ci ruberanno il lavoro, ma va bene così” che consiglio di leggere).
Quando si pensa al domani si pensa subito ai robot, come quelli dei cartoni animati dei “Jetsons” (o “I Pronipoti”) di Hanna – Barbera. Quei cartoni animati degli anni sessanta hanno veramente previsto il futuro? Se la risposta è sì, l’altra domanda è: siamo tanto lontani da quel futuro? Per poter cercare di rispondere, è necessario prendere spunto dalla prima legge di Moore (Gordon Moore, cofondatore di Intel). Questa teoria, tratta da un'osservazione empirica, afferma, più o meno, che la velocità dei microprocessori raddoppia ogni 12 -18 mesi: in parole più semplici, la velocità dei nostri computer, con il passar del tempo, aumenta secondo una funzione esponenziale.

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